Premessa doverosa: i voti attribuiti al mercato, in ogni caso espressione di valutazioni soggettive ed opinabili, non sempre e non necessariamente collimano con quelli riferiti allo spessore dell’organico e quindi alle aspettative da coltivare. Anche perché bisogna tenere conto delle annate precedenti (chi siamo, chi eravamo, da dove veniamo). Insomma, una squadra retrocessa dalla A pur perdendo qualche pezzo pregiato (Benevento, Crotone ma anche Parma) conserva una intelaiatura nettamente superiore ad una promossa dalla C e rinforzatasi radicalmente. E allora? E allora il giudizio lusinghiero riservato dalla “Gazzetta dello Sport” al mercato rossoverde (voto 8, terzo migliore accanto a quello del Parma e alle spalle di quelli di Monza e Frosinone) non colloca le Fere sul podio in ottica campionato. Doveroso quindi restare con i piedi per terra.
Doveroso però anche evitare ingiustificati allarmismi permeati da incomprensibile apprensione o manifestazione di cautela eccessiva dal sapore vagamente retorico. Se ingaggiare 15 elementi (oltre al ritorno di Nesta, reduce dal prestito al Lecco) tra i quali 7 (Ghiringhelli, Sorensen, Capuano, Martella, Agazzi, Donnarumma e Pettinari) portano in dote circa 800 presenze tra massima divisione e torneo cadetto serve soltanto per puntare alla salvezza qualcosa non quadra. Certo, prima si ottiene la salvezza e prima si alza l’asticella (concetto ovvio, scontato, ma da ribadire). Eppure con una rosa del genere appare ragionevole sperare di stazionare stabilmente nella parte sinistra della classifica, con lo sguardo rivolto sull’ottavo posto che garantisce i play off. E appare ragionevole perfino al cospetto di una concorrenza terrificante.
Foto: Stefano Principi