Lettera aperta alla Regione Umbria, alla città di Terni e alle loro rappresentanze.
Neppure il parere da 40.000 euro, che alla fine si è ritorto contro gli stessi richiedenti risultando tutto fuorché tranciante, sconsiglia l’assessore Coletto dal persistere dai suoi pervicaci e ormai chiarissimi intenti ostativi verso il progetto stadio/clinica, culminati nelle ultime esilaranti dichiarazioni rilasciate a margine della conferenza dei servizi “decisoria”.
Stendendo un velo pietoso sul resto, ci limitiamo a sottolineare la pretestuosita’ dell’aver affermato che la clinica sarebbe “il diciottesimo ospedale” umbro.
Se nelle sue intenzioni c’era un tentativo (peraltro maldestro) di richiamare un generico, per quanto condivisibile, principio di semplificazione ed efficientazione del sistema sanitario di una regione di 800.000 abitanti, allora l’assessore Coletto inizi da subito a semplificare ed efficientare partendo da Perugia e la sua provincia, non certo da Terni e provincia che scontano DA SEMPRE ritardi e disparità che non sono più tollerabili!
Inizino, lui e la Giunta, e pure di corsa e con un cronoprogramma chiaro e stringente, il riequilibrio del Piano Sanitario Regionale che tenga conto del principio di prossimità, della regola dei 60 posti minimi previsti per le cliniche, del principio della specializzazione unica per ciascuna di esse e del rispetto – nelle cliniche ad oggi convenzionate – dei requisiti minimi previsti dalla Legge nazionale!
Nella conferenza dei servizi l’unico parere contrario è risultato il suo mentre quelli di tutti gli altri compartimenti e uffici regionali e statali sono stati tutti positivi.
Se a tutto ciò poi aggiungiamo che la realizzazione degli unici ospedali vecchi, obsoleti e insicuri quali il Santa Maria e quello Narni/Amelia sembrasi essersi persa nel porto delle nebbie, la misura non può essere che colma!
Tali insopportabili atteggiamenti o sono frutto di inadeguatezza al ruolo ricoperto e a lui pagato anche dai Ternani o, ancor peggio, derivano da una ostilità per Terni e provincia e per le proprie sacrosante e legittime aspettative di cure e sviluppo, ancor più frustrate nella sanità pubblica che è giunta alla deriva nel corso del suo pessimo mandato politico in cui ha brillato di certo per il suo essere spessissimo impegnato fuori dall’Umbria dai molteplici incarichi assommati dal geometra veneto.
In ogni caso i 18.000 firmatari della petizione rivolta alla Presidente Tesei, pretendono le dimissioni dell’assessore Coletto o, in mancanza di questo gesto minimo di opportunità, la Presidente avochi a se le deleghe alla Sanità nell’interesse collettivo, suo e della sua azione amministrativa, considerato che troppo spesso si è trovata in dissenso col suo assessore ma anch’ella senza mai discostarsene.
Sollecitiamo anche il Presidente del Consiglio Regionale Marco Squarta, che già si è espresso sulle problematiche della Sanità umbra, alla costituzione di una commissione d’inchiesta che analizzi la situazione della Sanità nella nostra regione alla fine del 2019 confrontandola con l’attuale.
Parimenti, siamo altrettanto nauseati dalla completa latitanza di chi a livello locale, al posto nostro e a pieno titolo, doveva e dovrebbe rappresentare, tutelare, salvaguardare e promuovere gli interessi del territorio.
Ricordiamo agli smemorati che la Conferenza dei Servizi in regione è durata sei mesi, ben 180 giorni nel corso dei quali a Terni si è assistito al “festival del nulla” delle istituzioni e delle rappresentanze locali, una sorta di gioco a nascondino in cui tutti sono rimasti ben nascosti senza MAI mettere fuori la testa!
Dove erano il Sindaco e la sua maggioranza quando c’era da rappresentare la rabbia e l’indignazione dei cittadini?
Dove erano le opposizioni – che adesso speculano sulle disgrazie di Terni quasi non vedessero l’ora di poterlo fare – quando c’era da compattarsi in un unico blocco nell’interesse della città, ivi compreso ed a maggior ragione oggi, adesso?
Dove erano le (autoreferenziali) associazioni di categoria, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio che non hanno mai preso posizione sull’argomento?
Dove erano gli Ordini professionali sanitari quando si dibatteva di Sanità e di futuri assetti?
Dove erano i sindacati dei lavoratori?
Dove era il settore bancario e la Fondazione Carit in testa, visto che si tratta di un progetto di pubblico interesse?
Forse la Fondazione era troppo indaffarata (del tutto legittimamente sia chiaro) a finanziare il corso di ottica per una manciata di iscritti, a revocare il contributo per il nuovo palazzetto, ad acquistare l’ex circolo Drago dalla famiglia Morelli che poi, insieme ad altra famiglia (anche in tal caso legittimamente) hanno promosso ricorso al TAR contro il nuovo centro sportivo della Ternana a Villa Palma, così venendo bloccata anche questa ulteriore iniziativa!
Tre progetti utili e fondamentali per lo sviluppo della città che ne determinerebbero nuovi e virtuosi assetti socio-economici, uniti tra loro dal forte legame identitario dei ternani con la propria squadra di calcio, prima espressione sportiva cittadina, che per un motivo o per un altro vengono colpiti al cuore sia a Perugia che a Terni, anziché essere accolti con favore, semplificati, agevolati e difesi da tutte le componenti del tessuto sociale (repetita iuvant: sempre nel rispetto della legge e della legalità).
La misura è davvero colma!
La città e il suo sentire comune è ormai stanca di logiche corporative che in questi anni non hanno promosso lo sviluppo e l’interesse della comunità ma solo dei suoi ristretti gruppi di potere.
Appare evidente la dicotomia tra chi persegue ancora queste asfittiche logiche di personale tornaconto e chi, maggioranza silenziosa per quanto ormai ben consapevole, vuole il bene e la promozione dell’intero territorio, dei servizi, delle opportunità di sviluppo e lavoro per le generazioni future, che da anni sono costrette ad emigrare altrove proprio a causa di tale triste contesto.
Il progetto stadio/clinica è solo la punta di un iceberg e la Ternana la sua bandiera identitaria che dimostra in maniera incontrovertibile che i bisogni di questa città sono quelli che inseguono una visione di rinascita, di unità su progetti che possano accendere una speranza di futuro.
Il dado è tratto e non basta ostacolarli nel tentativo di piegare le teste e rendere inermi i Ternani come per decenni è stato fatto in questa regione!
IL VENTO ORMAI È ALTO, SOFFIA FORTE E NOI CI SIAMO E NON MOLLIAMO!
Questo sentono nel cuore e nella testa i Ternani al contrario delle loro rappresentanze dalle quali sono sempre più scollati, perché forse piegate e legate ai propri interessi corporativi e bloccate dalla paura del cambiamento, del nuovo, del forestiero, col risultato che tutto resta immutato sulla strada del declino da tempo intrapresa dalla città.
O una volta per tutte escono dalla palude di quella visione provinciale e autoreferenziale che fino ad oggi li ha contraddistinti oppure per quanto ci riguarda possono pure loro, TUTTI INDISTINTAMENTE, togliere il disturbo dagli scranni che occupano in uno con l’assessore geometra paracadutato dal Veneto nel cuore (rosso)verde d’Italia.
Terni non vi rimpiangerà.
Il Direttivo del CCTC