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COMUNICATO UFFICIALE
SE SI VUOLE RESTARE IN ARMONIA CON IL CONTRIBUTO DI TUTTA LA PIAZZA NON BASTA DIRE “CI SONO IO”, BISOGNA INVESTIRE E PORTARE RISPETTO ALLA CITTA’ E AI TIFOSI!
Quando una stagione fallisce nessuna componente può dirsi esente da responsabilità e arriva inesorabile il tempo delle analisi, senza alibi per alcuno o spazio per le “zone d’ombra”.
La società si è cimentata in una affannosa rincorsa alla riduzione dei costi giungendo a cambiare in itinere l’intera rosa.
Se da un lato la sostenibilità economica è apprezzabile e legittima, dall’altro diviene eccessivamente rischioso privarsi di tutti i punti di forza e sostituirli soltanto con giovani, senza dubbio validi ma che – come anche emerso nell’epilogo – non hanno l’esperienza necessaria ad affrontare i momenti topici e le fasi calde.
La retrocessione è devastante sul piano sportivo che getta incognite da chiarire SUBITO, e sul piano socio-economico perché intorno alla Ternana sono incentrati progetti fondamentali per il futuro prossimo dell’intera città.
La retrocessione è amara, forse una delle peggiori della storia, resa ancora più dura perché avviene nell’anno che porterà alla ricorrenza del centenario.
A differenza di altre questa inoltre è una retrocessione “annunciata”, che ha i suoi prodromi nel cambio tra la vecchia e nuova dirigenza, fatto in fretta e in furia per motivazioni completamente estranee al calcio e concluso con l’individuazione della nuova proprietà che si è manifestata non idonea affrontare lo sforzo economico necessario ad affrontare il campionato.
Il sacrificio che ne è derivato si è subito mostrato eccessivo, apparendo evidente che avrebbe minato alle fondamenta il percorso ed esposto la società alla concreta perdita della categoria, come purtroppo avvenuto.
La città e la tifoseria, travolte dalla rapidità degli eventi, hanno risposto con serietà e grande maturità (finiamola con la litania che la piazza non è matura ed approfondiamo, al contrario, le capacità di chi si sperimenta in ruoli e investimenti al di fuori delle ragionevoli ambizioni e che sembrerebbe anteporre i propri interessi a quelli del patrimonio sportivo ed identitario cittadino), prendendo atto della situazione e svolgendo l’unico ruolo che gli è permesso, quello di affrontare le sfide senza prestare il fianco alle critiche di una mancanza di collaborazione.
Il ternano per sua natura risulta indulgente se si pratica la nobile arte di dire il vero.
Ci teniamo a precisare che il CCTC è stato motore (coerente) di questo atteggiamento.
Si è scelto di tenere questa linea per senso di responsabilità, perché è impossibile entrare nelle volontà e nei rapporti tra privati e perché l’amore per i colori rossoverdi fa sospendere i giudizi e non fa mancare il sostegno, come è accaduto, soprattutto ad una squadra di giovani che nell’arco della stagione ha sempre dimostrato impegno.
Stessa cosa si può dire nei confronti di un allenatore subentrato in corsa che si è trovato a gestire, suo malgrado, una situazione pesantissima e con continui adeguamenti al ribasso, facendo di necessità virtu’ e dimostrando in ogni fase adeguatezza e professionalità.
Gli errori fatti in corso d’opera dalla società (anche questa giovane così sommando la propria debolezza a quelle di una squadra inesperta) sono tantissimi e venivano puntualmente segnalati, con garbo e sempre nello spirito di sostenere gli obiettivi individuati.
In tutte le circostanze abbiamo comunicato che comunque alla fine del campionato avremmo detto la nostra senza sconti per nessuno arrivando il tempo dei bilanci.
Il momento è arrivato, purtroppo nel peggiore dei modi.
Un altro errore strutturale è stato quello di non individuare da subito un nuovo allenatore per il nuovo progetto.
La scarsa visione su quello che poteva accadere (spesso condito da rassicurazioni sull’esito positivo della vicenda: lotteremo per la salvezza ma sicuramente ci salveremo) ha fatto a pugni con due elementi positivi: impegno della squadra e passione incondizionata dei tifosi, per il vero attaccati più alla speranza di un miracolo che alla razionalità.
Le dichiarazioni dell’ultima ora dei dirigenti societari sono state allarmanti, sconfortanti e gravi, visto l’epilogo della stagione.
Non è accettabile che si muovano critiche ad un pubblico comprensivo e paziente (al netto di componenti minoritarie che già dal precampionato non hanno perso occasione, spesso per motivi infimi che col calcio non avevano nulla a che fare, per dare per spacciata la squadra, soprattutto nei momenti più difficili e delicati) e non basta dire “ci sarò sempre io”.
Bisogna spiegare cosa è successo, su quali basi si affronteranno i rinnovati impegni e con quali investimenti.
Non è possibile archiviare un fallimento di questo genere se non si rinnova con la piazza e tutte le sue componenti un accordo basato sulla chiarezza, sulla lealtà e sugli investimenti.
Ciò è fondamentale se si vuole il sostegno di tutti per i progetti e per le rinnovate ambizioni.
Gli amministratori di questo patrimonio di passione, affetto ed ideali sono solo proprietari pro tempore e ciò impone una cura ed un comportamento rispettoso di questi valori nell’interesse di tutti.
Il tempo delle cambiali in bianco non è mai esistito e quello della comprensione è terminato.
Il CCTC vigilerà attentamente ogni passo ed ogni circostanza e da adesso in poi lo farà in maniera preventiva.
Era giusto dare credito nel primo anno, ma tale tolleranza è finita. Adesso attendiamo parole chiare e passi concreti per quanto riguarda il progetto sportivo (che non può essere quello di vivacchiare in Lega pro) e, parimenti, sul progetto stadio/clinica e quello del centro sportivo.
Saremo chiari e leali come sempre in risposta ad atteggiamenti altrettanto chiari e leali, che non potranno prescindere dall’interesse prioritario della Ternana e della città che rappresenta.
Dopo le tante delusioni e strumentalizzazioni dei nostri sentimenti per interessi sempre di parte, abbiamo bisogno di una conduzione della società che sia una casa di vetro e permetta a tutti di capire quale è la direzione da percorrere.
Ormai tutti hanno capito che dentro questo sentimento ci sono le radici e l’appartenenza di questa città, valori rimasti unici.
Se questa da una parte è una grande opportunità, dall’altra può rappresentare un grande pericolo, come quando si usa il consenso sportivo per altri fini ed interessi non sempre “nobili” ma, soprattutto, ad esso estranei.
Noi saremo a difesa di questa purezza con un atteggiamento vigile e fermo.
Nessuno può pensare di fare quello che vuole, tutti passano con più o meno onore (calciatori, direttori sportivi, presidenti) ma noi siamo stati e saremo sempre qui a portare alta la nostra bandiera.
Nessuno pensi di fare quello che gli pare con la città, con la nostra fede ed i nostri valori!!!