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Borzacchini e la Ternana: quando le Fere incontrarono il Biscione

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Terni è stata sempre una città tecnologica, di fabbriche e di acciaio, di motori, e di campioni con i motori, nel motociclismo e nell’automobilismo. E proprio qui a Terni, nacque uno dei maggiori pionieri dell’automobilismo sportivo, che fu campione in Umbria, in Italia e nel mondo: il suo nome era Mario Umberto Baconin Borzacchini. Il nome di battesimo però, con grande disappunto, del prete dell’epoca, era quello di Baconin, poiché il padre era un sostenitore del pensatore rivoluzionario anarchico Michail Bakunin, chiamato anche ”Baconin” in molte traduzioni in italiano, e già questo fa pensare a come sarebbe stato allevato il nascituro, in clima di ribellione e libertà. Fin da bambino, mostrando subito il suo carattere ribelle e fiero, abbandona gli studi, per seguire la sua grande passione: l’automobilismo. Inizia come meccanico apprendista, presso un altro grande concittadino, Amerigo Tomassini, un ternano che fu uno dei primi in Italia, a preparare auto da gara, da cui apprende le migliori tecniche di motoristica sportiva, e nonostante lo scoppio della prima guerra mondiale, riesce a coltivare la passione per la meccanica e le auto, tanto più che diviene, autiere scelto nel Regio Esercito Italiano. A guerra finita, nel 1919, inizia a partecipare, seppur con pochi mezzi economici, alle prime gare d’auto dell’epoca, dove batte piloti considerati favoriti, per via dei mezzi economici maggiori di cui avevano a disposizione, diventando uno dei primi piloti sportivi dell’epoca, a non essere di casato nobile. Grazie alla sua bravura, arriva il primo successo alla Coppa della Mergara, Coppa facente parte della prestigiosa categoria Formula Grand Prix, la categoria madre della Formula 1.Questa importante vittoria, realizzata da un pilota semplice ed umili origini, lo fa arruolare come pilota dalla Maserati, con la quale arrivò secondo al Gran premio di Tripoli, dietro al campione del mondo dell’epoca Gastone Brilli Peri, dopo aver superato in gara, campioni acclamati, tra i quali Tazio Nuvolari, il quale ammirando la grande bravura di quel giovane pilota, divenne da quel giorno amico fraterno di Borzacchini. Poi nel 1930, avvennero gli episodi che cambiarono, in positivo, la sua vita motoristica: il primo fu l’invito alla Corte del Re e della Regina d’Italia che vollero conoscere quel giovane ternano così promettente, per provare insieme la nuova Alfa Romeo 6C 1750, poi la decisione di aggiungere il nome Mario Umberto al nome Baconin come omaggio ai Reali Italiani. Dopo questo riconoscimento, ci fu ulteriore ingaggio, con quella che era stata, la prima automobile campione del mondo della storia dell’automobilismo nel 1925, e che era l’auto preferita dal Duce d’Italia: l’Alfa Romeo. A quel punto segui la consacrazione, poiché con l’Alfa Romeo, che aveva tra i meccanici Enzo Ferrari, riuscì a vincere la Mille Miglia del 1932, dove divenne il primo pilota Umbro, a trionfare nella gara considerata, tra le più importanti dell’automobilismo mondiale, e dove stabilì il nuovo record mondiale dell’automobilismo dell’epoca con i 109 km toccati durante la gara, grazie alle sue doti di guida e grazie anche al motore Alfa Romeo, che lo portò ad avere un riconoscimento che ormai era mondiale. In seguito riuscì a diventare vicecampione d’Europa e del mondo dietro l’altro pilota dell’Alfa Romeo, il suo amico fraterno Tazio Nuvolari. Purtroppo il destino si mise contro questo nuovo campione poiché nella stagione successiva, al Gran premio di Monza, valevole per il Campionato Euromondiale di Formula Grand Prix, un auto incidentata, che tra l’altro era stata doppiata, ebbe una perdita d’olio sulla pista, causando così un ulteriore incidente a tre autovetture, nelle quali Borzacchini, perse la vita insieme ad altri due piloti sulla pista di Monza, con il grande campione Tazio Nuvolari, che svenne, in seguito al pianto avuto per la morte dell’amico, e con la Ternana, che per omaggiare il campione ternano, cambiò il nome in Polisportiva Borzacchini Ternana dal 1934 al 1944, per ricordare un grande campione che aveva portato in alto il nome di Terni nel mondo

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1994: Sven Goran Eriksson vince la Coppa Italia con la Sampdoria stabilendo un record tuttora imbattuto

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Sven Goran Eriksson ci ha lasciato, ed oltre ad essere un allenatore vincente in tutte le piazze dove diretto le squadre calcistiche, è stato anche un allenatore della Sampdoria, la squadra genovese che da cinquanta anni e gemellata con la Ternana, e proprio con i genovesi blucerchiati, l’allenatore svedese ha ottenuto un record che é quello della finale vinta con il maggiore scarto di goal segnati, poiché la Sampdoria allenata da Sven Goran Eriksson vinse con l’Ancona per il risultato di 6-1, che è il risultato con il maggiore scarto di reti segnate in una finale di Coppa Italia, e questo risultato è merito della potenza della squadra blucerchiata genovese, ma anche della disposizione tattica decisa dall’ottimo allenatore svedese, che da profeta del 4-4-2, riuscì a far diventare la Sampdoria una squadra vincente nei risultati ma anche potente da un punto di vista della preparazione atletica, e fu proprio l’atletismo praticato da Eriksson che permise ai doriani di vincere la Coppa Italia, prima eliminando le avversarie considerate a torto più forti, e poi annichilendo gli anconetani bianco rossi per il risultato di 6-1 che è ancora un record imbattuto per via delle reti segnati dalla Sampdoria, in una finale che è ancora ricordata con orgoglio dai blucerchiati gemellati dei ternani.

Ternana Live ringrazia Quelli della Samp per la foto fornitagli

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Se ne è andato Sven Goran Eriksson: Ternana Live fa le condoglianze ai gemellati sampdoriani

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Ci ha lasciato Sven Goran Eriksson, a seguito di una lotta contro un male che non gli ha lasciato scampo. Sven Goran Eriksson è stato uno degli allenatori più vincenti di tutti i tempi, e che ha rivoluzionato il calcio con metodi di gioco efficaci ed innovativi, che gli hanno permesso di vincere ovunque, anche con delle squadre considerate modeste ma che alla fine vincevano campionati e coppe contro squadre considerate più blasonate. Sven Goran Eriksson cominciò una carriera piena di successi con l’IFK Goteborg che grazie ai suoi insegnamenti divenne la prima squadra svedese a vincere una coppa europea di calcio, trionfando nella doppia finale della coppa uefa 1981-1982 contro l’Amburgo vincendo per 3-0 in Svezia ed 1-0 in Germania, a cui seguirono successi in Portogallo dove con il Benfica di Lisbona vinse il campionato portoghese e la coppa del Portogallo, a cui seguì l’approdo nel campionato italiano dove Sven Goran Eriksson vinse in tutte le piazze del campionato italiano, ricevendo sia elogi da calciatori e giornalisti, sia l’applauso dei tifosi delle squadre che allenava, poiché l’allenatore svedese riuscì a vincere una Coppa Italia con la Roma nel 1986 facendo così qualificare la Roma alla Coppa delle Coppe dell’edizione successiva, per poi approdare a Genova nella sponda della Sampdoria, in cui fece vincere la quarta Coppa Italia alla Squadra sampdoriana, che grazie ai suoi insegnamenti, riuscì non solo a trionfare nella coppa nazionale italiana, ma con il punteggio di 6-1 sulla malcapitata Ancona, dando alla Sampdoria il doppio record di squadra campionessa con il maggiore scarto di reti segnate sulla squadra avversaria. Poi venne l’approdo alla Lazio, dove Sven Goran Eriksson divenne l’artefice del biennio più glorioso della squadra bianco cerulea romana, poiché con i capitolini laziali, l’allenatore Svedese vinse la Coppa delle Coppe dell’edizione 1998-1999, dove la Lazio batté 2-1 il Real Mallorca, e questa vittoria fu un altra doppia vittoria poiché quell’edizione fu l’ultima edizione del torneo della Coppa Europea delle Coppe,  ed laziali vincendo quella finale, ebbero come ulteriore premio di tenere con se la coppa delle coppe dell’ultima finale disputata del torneo. Purtroppo Sven Goran Eriksson ci ha lasciato dopo una dura lotta contro un male incurabile, ma il suo ricordo vivrà in eterno insieme adi suoi trionfi come allenatore, che ha dato un grande esempio positivo ad intere generazioni di sportivi di tutto il mondo

Ternana Live ringrazia quelli della Samp per l’immagine concessa

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All’anfiteatro di Interamna-Terni veniva giocato Lo ”strappalla”, il gioco dell’Antica Roma che ha fatto nascere i giochi con la palla moderni

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La passione per gli sport con la palla e soprattutto il calcio non nasce nell’epoca moderna, ma viene dalle epoche antiche in cui I romani giocavano ad un gioco con la palla denominato ”Strappalla”, i quali a loro volta conobbero alcuni giochi con le sfere che erano diffusi tra gli antichi greci, poiché i romani occuparono dei territori ellenici del II secolo a.C. Tali giochi erano diffusi presso gli antichi greci con i nomi di ”Harpaston” ed ”Episkouros”, che tradotti in italiano significano ”strappalla” e ”calpalla”,  in cui due squadre si affrontavano usando in entrambi le mani ed i piedi, con la differenza che nell’Harpaston si usavano le mani ed i piedi per fare punto, mentre nell’Episkouros si potevano usare solo le mani per passare la palla,  mentre solo i piedi dovevano essere usati per fare i punti, ed in entrambi i giochi l’obbiettivo della squadra era di portare la palla oltre la linea del campo. I romani affascinati da questi due giochi decisero di modificarli lievemente, rendendolo più veloci e dove la linea del campo venne in parte sostituita dalle assi di legno nello strappalla-episkouros, mentre nello strappalla-harpaston il gioco rimane invariato con le stesse regole che si usavano nei territori greci, ed i nuovi giochi seppure diversi diventano i principali sport dell’Antica Roma, diffusi tra adulti e bambini. L’importanza di questo gioco fa si che le partite vengano disputati negli anfiteatri e nelle arene della penisola italica, dove le squadre cittadine si affrontano tra di loro in partite combattute. Gli antichi romani diffusero poi un tutto il territorio che apparteneva alla Repubblica dell’Antica Roma e poi dell’Impero Romano Erano infatti frequenti varie partite fra i romani e le popolazioni autoctone dell’Impero Romani, anticipando con molto anticipo le sfide tra le nazionali dell’Italia e della Francia, della Germania, della Grecia, della Spagna, del Portogallo e di tutte le micro nazioni dell’impero romano, con la partita più famosa che fu giocata contro i britannici nel 276 d.C. e vide proprio i “barbari inglesi” prevalere col punteggio di 1-0.

La redazione di Ternana Live ringrazia wikipedia per l’immagine concessa

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