La Ternana si salva, anche se ancora la matematica non concede l’ufficialità.
Un anno sportivo ai limiti della depressione. Dal primo posto in classifica al rischio playout, il pericolo è stato davvero vicino.
A dieci minuti dalla fine la Ternana era ad un solo punto dagli spareggi per non retrocedere visto il momentaneo 1-0 del Brescia sul Pisa.
La salvezza arriva con quattro sconfitte consecutive e con l’ennesima “imbarcata” al passivo.
Una salvezza che lascia tanti dubbi, perplessità e amarezza.
Un anno a trattati imbarazzante con sconfitte pesanti: 16 partite perse, di cui 7 con almeno tre goal subiti.
49 goal subiti in 37 gare (quasi un goal e mezzo a partita). E manca ancora un match da giocare, l’ultima contro la prima della classe, il Frosinone.
L’obiettivo rispetto allo scorso anno era “migliorarsi”, “puntate a qualcosa di grande”, “cullare il sogno”, “mai parlare di salvezza”.
Si è parlato di Serie A, a questo punto a sproposito. Si è parlato di massima serie, talvolta senza un minimo di programmazione.
Si è parlato di grandi obiettivi, ma la verità è che si è rischiato grosso.
E le scuse sono finite.
Un fallimento totale.
Nascondere la testa sotto la sabbia sarebbe da ipocriti.
È proprio da sciocchi credersi al riparo da situazioni negative solo ignorandole.
E gli interpreti, in ogni ambito, devono fare un grosso “mea culpa”, nessuno escluso.