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Libero Liberati è qui è lu Ternano d’Acciaio e nun po morì.

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Uno dei Ternani più grandi di tutta l’era moderna, un campione del mondo motociclismo, che è ha dimostrato che pur venendo da una città operaia nel cuore dell’Umbria, con tanta passione e grinta, si può arrivare sul tetto del mondo, partendo dall’acciaieria tra le più antiche d’Italia, dove lavorava come operaio per passare alle moto, dove fin da subito, mostrò subito un grande talento, alternato al lavoro di operaio all’acciaieria. Ma la carriera di Libero Liberati iniziò nel 1947 dove si distinse subito per la sua bravura in alcuni campionati locali di motociclismo in giro per l’Italia, dove ottenne alcuni buoni risultati, ed alcune vittorie, per poi correre nel 1948 al circuito dell’acciaio , una gara internazionale di motociclismo organizzata sul percorso cittadino di Terni, dove si guadagnò l’ammirazione dei suoi concittadini, i quali, dopo le vittorie a Chieti e a Frosinone, gli regalarono una moto nuova da corsa, una moto Guzzi Dondolino, una delle migliori moto da corsa del secondo dopoguerra, con le quali continuò a vincere, e sempre sponsorizzato dalla Moto Guzzi, partecipò al campionato del mondo di motociclismo del 1950, dove ottenne subito dei buoni piazzamenti, e mettendosi in luce con la stampa italiana ed internazionale. Nel 1952, al gran premio di Berna, ci fu l’episodio drammatico, che però mostrò il valore dell’uomo: dopo un incidente, in cui venne sbalzato dalla moto per diversi metri, ma nonostante le fratture, riuscì a proseguire per il mondiale, mettendo in mostra la sua classe, nonostante le ferite dell’incidente lo avessero infortunato seriamente. e dopo una stagione in cui mostrò il suo valore venne acquistato dalla Gilera, con la quale nel 1957 riuscì a conquistare il campionato mondiale di motociclismo nella classe 500, primo pilota umbro della storia, a vincere un mondiale di motociclismo, dando anche luce e speranza ad una città, che usciva duramente provata dalla tragedia della guerra, diventando non solo un campione dello sport ma anche un esempio per la città intera. La grande storia del cavaliere d’acciaio finì purtroppo, in tragedia, poiché, durante un allenamento in Valnerina, a causa dell’asfalto bagnato, si scontrò contro la parete rocciosa dell’appennino umbro e perse la vita, ma se al funerale, il sindaco di Terni Ezio Ottaviani, ed il Presidente della Provincia di Terni Fabio Fiorelli, ebbero parole commosse e rispettose, il ricordo dei Ternani rimase vivo, poiché il nuovo Stadio della Ternana, venne a lui intitolato, e tuttora la città vive nel suo mito.

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